domenica 20 luglio 2008

Senza parole

Perdonate se oggi scriverò qualcosa che non c'entra niente con il mondo della scrittura e con il tema del blog, ma è una cosa che mi sta piuttosto a cuore e che ho già pubblicato su un altro mio blog (che non ha molta visibilità) e voglio proprio sapere la vostra opinione.
È una cosa accaduta realmente in questi giorni ad un mio amico. (Non farò nomi, spero che il mio amico non si offenda perché ho divulgato questa cosa, ma, davvero, non ne posso più)

Questo mio amico è africano, studia qui in Italia grazie ad una borsa di studio e sono mesi che cerca lavoro. Finalmente qualche settimana fa l'hanno chiamato per un lavoro semplicissimo: spiegare a casalinghe, operai,... insomma a tutti coloro che vanno a fare la spesa, in cosa consisteva una nuova iniziativa. Ci siamo incontrati per puro caso e mi ha detto che era felice di avere, seppure per pochi giorni, questo lavoro. Il giorno dopo l'hanno licenziato con una motivazione che definire ridicola è dire poco: "Non parli bene la nostra lingua".
Nonostante sia straniero capisce e parla molto bene la nostra lingua, l'ha imparata anche abbastanza in fretta, quindi questa non può essere la motivazione reale. Infatti io sospetto da mesi, ormai, che lui e un'altra amica non trovino lavoro perché il loro colore di pelle è quello sbagliato.

Nella nostra società si pensa che ormai il razzismo sia praticamente debellato, invece ti ritrovi sotto il naso esempi così palesi, da persone che magari dicono di essere tolleranti e che accolgono tutti ad occupare i posti di lavoro da loro offerti. Purtroppo non è così. Sembra di essere ancora ai tempi di Hitler, quando gli Ebrei erano esclusi dalla vita sociale e politica perché di altra fede religiosa – e non solo –, quando le persone di colore erano le prime usate sul fronte, magari a combattere contro la loro stessa gente, ecc.

Siamo nel 2008 e non dovrebbero esserci discriminazioni, purtroppo esiste ancora gente che giudica dal colore dalla pelle – lo facevo anch'io perché c'è sempre una specie di paura dello straniero, ma se impari a conoscere anche chi è diverso scopri tante cose e puoi ritrovarti amici sinceri che hanno bisogno di aiuto – e non meravigliamoci se poi gli extra-comunitari sono tutti delinquenti, se non gli diamo la possibilità di realizzare i propri sogni e/o di proseguire gli studi nel nostro Paese, è normale che si diano all'illegalità... lo faremmo (e forse lo abbiamo anche fatto) nei loro o in altri Paesi.

In questi frangenti mi vergogno molto di essere italiana e di far parte di una società nella quale un bravo ragazzo è giudicato dal colore della pelle perché è più facile così, anziché parlare, comunicare ed ascoltare chi abbiamo di fronte.

La mia domanda dunque è questa: che cosa si può fare per questi ragazzi? Non sono entrati illegalmente nel nostro Paese, ma sono ragazzi come noi, vogliono essere messi alla pari con noi, non considerati feccia perché hanno un colore diverso o non parlano bene la nostra lingua; studiano e si impegnano per realizzare dei sogni che nei loro Paesi spesso sono irrealizzabili e studiano anche per tornare nei propri Paesi e lavorare.

Ci sono molti italiani onesti, perché non dovrebbero esserci ragazzi di altre etnie che si impegnano per migliorare le condizioni in cui vivono?


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