A presto,
Sandy
Pensavate che mi fossi dimenticata di darvi i link, vero? E invece no, quindi eccoli qui:
Questo blog è nato dall'idea, forse un po' abusata ultimamente, di commentare delle cose che succedono nel web, in particolar modo nel mondo della scrittura amatoriale. Speriamo di non offendere nessuno con quello che scriveremo e speriamo anche di avere delle conversazioni civili con tutti quelli che frequenteranno il blog.
Questa è la seconda versione di un blog che si trova su un altro sito, sempre gestito da noi.
Autore: Cecilia Dart-ThorntonBuona lettura^^
Titolo: La ragazza della torre
Titolo originale: The Ill-Made Mute
Anno: 2008
Casa editrice: TEA
Genere: Fantasy
Pagine: 523
Prezzo: € 10.00
Quarta di copertina: Mentre i Cavalieri della Tempesta atterrano coi loro stalloni alati sulla maestosa Torre di Isse, portando ricchezza e prosperità ai nobili dei Dodici Casati, i servi che lavorano nelle viscere della Torre mitigano la loro fatica quotidiana raccontandosi storie e leggende sugli esseri soprannaturali che popolano le sterminate foreste di Erith, un mondo che nessuno di loro ha mai potuto esplorare. Sembra infatti che laggiù si nascondano innumerevoli creature, animate dall’unico scopo di ingannare e uccidere gli uomini: alcune hanno il potere di cambiare forma – come l’Each Uisge –, altre possiedono una malizia letale – come i druegar, una razza di nani neri dagli occhi di fuoco – e altre ancora sono sottili come giunchi, pallide come la nebbia, delicate come le ninfee… ma determinate ad annegare chiunque risponda al loro richiamo. Ad ascoltare queste storie, nascosta nell’ombra, c’è anche una persona muta, dal volto orrendamente deforme e dal passato misterioso, che i servi superstiziosi evitano e disprezzano. Eppure soltanto lei avrà il coraggio di fuggire dalla schiavitù della Torre e affrontare davvero tutte le creature di cui ha sentito parlare, spinta unicamente dal bruciante desiderio di scoprire se qualcuno può guarirla e svelarle il segreto dei suoi ricordi perduti. Il suo viaggio sarà lungo e difficile, punteggiato da insidie in agguato a ogni svolta della strada e dietro ogni albero, ma di certo la porterà a conoscere l’amicizia e forse addirittura l’amore…
Autore: Renata Pisu
Titolo: Mille anni a Pechino. Sotria e storie di una capitale
Anno: 2008
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Collana: Saggi
Genere: Attualità
Pagine: 253
Prezzo: € 17.00
Quarta di copertina: Città un tempo unica al mondo, Pechino è passata in meno di cento anni dal feudalesimo alla modernità o, addirittura, alla postmodernità, transitando per il comunismo: "raccontare" questa realtà è dunque una questione complicata, che Renata Pisu ha risolto intrecciando storia passata e presente, ricordi personali e una vasta conoscenza della cultura cinese in un resoconto coinvolgente e vivido. Il suo approccio, lontano dalla pedanteria accademica come pure dalle monotone elencazioni da guida turistica, riesce a fondere armoniosamente una riflessione profonda e critica sulle caratteristiche della megalopoli attuale con un interessante percorso a ritroso nei secoli, insieme a vivaci ritratti di personaggi, famosi e non, capaci di incarnare più di altri lo spirito del luogo. La Città Proibita e i nuovissimi grattacieli, i "santini" di Mao, diventato una sorta di venerabile antenato, e l'ex fabbrica-modello trasformata in una Factory delle avanguardie artistiche, il vistoso inurbamento di masse di lavoratori venuti dalle campagne e i pechinesi che sloggiano nelle periferie, le tombe degli imperatori Ming e i pacchiani appartamenti dei nuovi ricchi: l'autrice sa restituire con efficaci, colorite pennellate tutta la complessità e insieme il fascino di una capitale che purtroppo, sottolinea con grande malinconia, tra qualche anno sarà totalmente irriconoscibile.
Autore: Renata Pisu
Titolo: Oriente Express. Storie dell'Asia
Anno: 2002
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Collana: Diritti & Rovesci
Genere: Attualità
Pagine: 243
Prezzo: € 15.00
Quarta di copertina: Nell'Introduzione a questo suo ultimo libro, Renata Pisu dichiara di voler raccontare vicende «di uomini e donne che vivono le loro vite in quello che una volta si chiamava 'il misterioso Oriente', un luogo che la nostra immaginazione di occidentali ha costruito e che perciò, di per sé, non esiste». Ecco perché ha scelto di salire metaforicamente, per il suo viaggio, sull'Orient Express, il treno che un tempo viaggiava da Parigi a Istanbul, il mezzo che collegava l'Occidente a un altro mondo, cui non solo la gente comune, ma anche scrittori, poeti e giornalisti hanno sempre attribuito un fascino «esotico» e sul quale hanno elaborato teorie sociali, raffinate fantasie, visioni culturali che avevano spesso il difetto di partire da «qui», e non da «là». L'autrice non commette certo lo stesso errore: il suo itinerario, che si snoda nel tempo lungo l'ultimo decennio del Ventesimo secolo, è un viaggio di conoscenza, di apparoccio sommesso, non aggressivo, a realtà e popoli assai diversi tra loro, accomunati forse, più che dal fascino e dal mistero, dalla tremenda difficoltà di trovare uno spazio, di non soccombere nel villaggio globale dominato dal pensiero unico. Un pensiero formulato, guarda caso, da noi occidentali. Kuwait, Yemen, Bangladesh, Tibet, Indocina, Malesia, Mongolia, Singapore, Taiwan, Hong Kong o Macao diventano altrettante occasioni per incontrare persone, annotare impressioni, indignarsi di fronte a scempi ambientali e, ancor peggio, a tragedie umane, come nel caso delle donne sfregiate dall'acido in Bangladesh. Ma si trasformano anche, grazie alla penna sensibile di Renata Pisu e al suo occhio di acuta osservatrice, in un racconto appassionante, dove si intrecciano sapientemente la Storia e le storie, la ragione e il sentimento, in pagine che possiedono il raro dono dell'onestà intellettuale e della sincerità.
Autore: Dalai Lama
Titolo: Il mio Tibet libero. Un appello di umanità e tolleranza
Anno: 2008
Casa editrice: Apogeo
Collana: Urra
Genere: Attualità
Pagine: 132
Prezzo: € 9.00
Quarta di copertina: Il Dalai Lama, capo di Stato e guida spirituale dei Tibetani, gioca un ruolo decisivo nel conflitto con la Cina. Dal suo punto di vista l'unica soluzione possibile è una coesistenza pacifica e fiduciosa, che non può essere raggiunta con la violenza. Questo libro raccoglie i testi dei discorsi più significativi del Dalai Lama sul conflitto in corso nel Tibet, permettendo di ripercorrere le tappe che nel tempo ne hanno segnato la visione politica. Un compendio importante in un momento in cui su questi temi si giocano fondamentali partite sul piano delle relazioni internazionali, sia economiche sia politiche, tra i Paesi. Un ritorno alle fonti, grazie alle quali il lettore potrà farsi un'idea chiara, senza interpretazioni finalizzate spesso a fin troppo facili strumentalizzazioni, delle posizioni del Dalai Lama sui difficili rapporti sino-tibetani e, più in generale, sulla sua visione del mondo e dei legami tra l'uomo e la sua terra. Alla fine, il Dalai Lama, Premio Nobel per la Pace, propone una profonda meditazione sulla relazione tra buddismo e democrazia, in cui si combina il concetto della responsabilità politica dell'individuo con uno stile di vita spirituale.
Questo mio amico è africano, studia qui in Italia grazie ad una borsa di studio e sono mesi che cerca lavoro. Finalmente qualche settimana fa l'hanno chiamato per un lavoro semplicissimo: spiegare a casalinghe, operai,... insomma a tutti coloro che vanno a fare la spesa, in cosa consisteva una nuova iniziativa. Ci siamo incontrati per puro caso e mi ha detto che era felice di avere, seppure per pochi giorni, questo lavoro. Il giorno dopo l'hanno licenziato con una motivazione che definire ridicola è dire poco: "Non parli bene la nostra lingua".
Nonostante sia straniero capisce e parla molto bene la nostra lingua, l'ha imparata anche abbastanza in fretta, quindi questa non può essere la motivazione reale. Infatti io sospetto da mesi, ormai, che lui e un'altra amica non trovino lavoro perché il loro colore di pelle è quello sbagliato.
Nella nostra società si pensa che ormai il razzismo sia praticamente debellato, invece ti ritrovi sotto il naso esempi così palesi, da persone che magari dicono di essere tolleranti e che accolgono tutti ad occupare i posti di lavoro da loro offerti. Purtroppo non è così. Sembra di essere ancora ai tempi di Hitler, quando gli Ebrei erano esclusi dalla vita sociale e politica perché di altra fede religiosa – e non solo –, quando le persone di colore erano le prime usate sul fronte, magari a combattere contro la loro stessa gente, ecc.
Siamo nel 2008 e non dovrebbero esserci discriminazioni, purtroppo esiste ancora gente che giudica dal colore dalla pelle – lo facevo anch'io perché c'è sempre una specie di paura dello straniero, ma se impari a conoscere anche chi è diverso scopri tante cose e puoi ritrovarti amici sinceri che hanno bisogno di aiuto – e non meravigliamoci se poi gli extra-comunitari sono tutti delinquenti, se non gli diamo la possibilità di realizzare i propri sogni e/o di proseguire gli studi nel nostro Paese, è normale che si diano all'illegalità... lo faremmo (e forse lo abbiamo anche fatto) nei loro o in altri Paesi.
In questi frangenti mi vergogno molto di essere italiana e di far parte di una società nella quale un bravo ragazzo è giudicato dal colore della pelle perché è più facile così, anziché parlare, comunicare ed ascoltare chi abbiamo di fronte.
La mia domanda dunque è questa: che cosa si può fare per questi ragazzi? Non sono entrati illegalmente nel nostro Paese, ma sono ragazzi come noi, vogliono essere messi alla pari con noi, non considerati feccia perché hanno un colore diverso o non parlano bene la nostra lingua; studiano e si impegnano per realizzare dei sogni che nei loro Paesi spesso sono irrealizzabili e studiano anche per tornare nei propri Paesi e lavorare.
Ci sono molti italiani onesti, perché non dovrebbero esserci ragazzi di altre etnie che si impegnano per migliorare le condizioni in cui vivono?
Volevo scrivere a quelli di manga.it per chiedere di inserire in ogni :il mio manga.it una lista degli amici e nemici che noi ci facciamo su questo sito. Siete d'accordo con me?
Sì, per crocifiggere chi non commenta le fic scrivendo "beeeeeeeeelaaaaaaaa!!!1!! kontinuala x favr!!!!11!!"?
[...] che dimostra, nutre profonda ostilità, avversione verso qcn. e cerca di ostacolarlo, di danneggiarloOra: perché un autore/lettore dovrebbe provare avversione per una persona che neanche conosce, che non ha mai visto, che non sa che faccia abbia, dato che questo ipotetico lettore potrebbe giudicare solo il modo di scrivere dell'autore della fanfiction in questione, la trama proposta e il modo di esporla, cose che, dunque, si possono vedere, percepire e assimilare? E in che modo potrebbe danneggiarlo o ostacolarlo? L'autore criticato potrà continuare a scrivere e a postare senza problemi e posso dire che solo l'ego gonfiato dai vari “Beeeeeeeeela(ti)” risulta danneggiato.
E allora perché non ti godi le storie lasciando stare gli errori o il modo di scrivere? Ti rovini il divertimento!
Isabella (23-06-2008)Dei due questo è quello simil-positivo, ma fa capire comunque che l'autrice ha copiato qualcosina da una che ha venduto milioni di copie con romanzi insulsi. Ma allora è vero che autori pessimi non esistono solo in Italia!
Libro carino,in molti tratti mi ha ricordato la prosa di Sophie Kinsella, senza a mio parere riuscire ad eguagliarla appieno. Consigliato per una lettura divertente, assolutamente senza impegno. Il libro rimane comunque scorrevole e le sue quasi 400 pagine scivolano via senza quasi accorgersene.
Voto: 3 / 5
donata (09-07-2008)E questo è il commento negativo di una persona che bene o male se ne intende di romanzi rosa. Posso testimoniare, comunque, che gli autori qui citati sanno veramente il fatto loro, anche se magari non saranno ste gran cime della letteratura.
Santo cielo. Cos'è: un'altra brutta copia di Bridget Jones? possibile che non si leggano più romanzi che siano davvero romanzi, con personaggi che coinvolgono e vivono insieme a te intanto che leggi? Il solito libro snob, da un'autrice snob (ho letto l'intervista su Grazia...) da un editore che è diventato snob dimenticando il suo passato di editore di bei romanzi e saghe veramente appassionanti. Avete presente Sveva Casati (che per fortuna pubblicano ancora, anche se ha perso un po' di mordente), Barbara Erskine (che non pubblicano più), oppure Nicholas Evans o per restare in Italia Diana Lanciotti? Quando leggo un libro d'evasione voglio evadere VERAMENTE piuttosto che leggere certe storielle che quando chiudi il libro non te le ricordi già più.
Voto: 2 / 5
Autore: Holly McQueenIl mio consiglio: Se proprio volete comprarlo compratelo, ma almeno aspettate la versione economica, diciannove euro mi sembrano troppi per un libro che, forse, i più di voi vorranno gettare tra le fiamme del caminetto.
Titolo: La favolosa (doppia) vita di Isabel Bookbiner
Titolo originale: The Glamorous Life of Isabel Bookbinder
Anno: 2008
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Collana: Pandora
Genere: Romanzo rosa
Pagine: 416
Prezzo: € 18.50
Quarta di copertina: A ventisette anni Isabel Bookbinder decide di ribaltare la sua vita. Come? Facile. Scriverà un bestsetter che la farà diventare ricca e famosa. Abbandonerà un lavoro frustrante, le amiche la guarderanno con invidia, mollerà il fidanzato impresentabile, frequenterà solo gente glamour. Intanto però bisogna incominciare. E allora Isabel trasforma il proprio look e si atteggia a diva della letteratura, anche se ancora non ha scritto neppure una riga. Quando poi una celebre autrice la assumerà come propria assistente personale, inizierà una esilarante commedia degli equivoci, che trascinerà Isabel al centro del jet set londinese, con situazioni al limite del surreale.
Se permettete io credo che le letture più malense siano i MANGA.
Se voi, cari gamberi sfigati, vi permettete di criticare e insultare dei LIBRI, quali che siano, IO ho tutto il sacrosanto diritto di mettere al rogo quegli stupidissimi disegnini giapponesi, che non hanno nè un filo logico nè alcun senso. Quei fumetti sono stati inventati per gli analfabeti, che almeno potevano dilettarsi guardando le figure… non posso far altro che ridere e provare pena.
Manga è un termine giapponese che in Giappone indica in generale, poi eventualmente distinti in base alla nazionalità in "Nihon no manga", i fumetti del Giappone, "Itaria no manga", i fumetti dell'Italia, e così via. In Giappone i fumetti hanno un ruolo culturale ed economico rilevante, e sono considerati un mezzo espressivo non meno degno della letteratura o del cinema.
Al di fuori del Giappone, il termine manga è invece usato per descrivere un particolare tipo di fumetto nato in Giappone, ma poi sviluppatosi nel resto del mondo.
(per ulteriori informazioni: Wikipedia » Manga)
Un libro è un insieme di fogli o di manoscritti delle stesse dimensioni cuciti insieme in un certo ordine e racchiusi da una copertina.
(per ulteriori informazioni: Wikipedia » Libro)
L'analfabetismo è l'incapacità completa di saper leggere e scrivere, dovuta per lo più ad un'istruzione o ad una pratica insufficiente. Secondo la programmazione di molti sistemi scolastici, leggere, scrivere e fare i conti sono le abilità da acquisire nel primo anno della scuola elementare.
In sostanza, un analfabeta è una persona che non sa né leggere né scrivere, capendo, un brano semplice in rapporto con la sua vita giornaliera.
[...]ho tutto il sacrosanto diritto di mettere al rogo quegli stupidissimi disegnini giapponesi, che non hanno nè un filo logico nè alcun senso.[...]
Stanchi delle solite ciofeche che si trovano in giro al giorno d'oggi? In questo spazio potrete trovare alcuni consigli di lettura interessanti per passare qualche ora in modo piacevole e, perché no, anche con i grandi classici.
Ricordo che il regolamento riguardava, tra le altre cose, alcuni comportamenti da mantenere nella scrittura delle recensioni. A parte il sempre valido undicesimo comandamento: NON OFFENDERE IL PROSSIMO TUO (ricordare che l'educazione e il rispetto non sono un optional è cosa buona e giusta) si raccomandava di non scrivere recensioni che contenessero nient'altro che complimenti (o insulti) bisillabici e richieste di aggiornamenti espresse attraverso verbi come “aggiornare” e “continuare” scritti alla seconda persona singolare dell'imperativo presente. Per i più duri d'orecchio il regolamento precisava che una frase, come ad esempio: “Bella, aggiorna!”, NON E' UNA RECENSIONE (anche il mio dizionario ne conviene). E su questo siamo tutti d'accordo, giusto?... No, pare di no.
Per la serie “il mondo è bello perché è vario”, non tutti hanno le stesse capacità comunicative ed espressive, di conseguenza non è detto che chi si imbatta in una storia pubblicata su internet abbia la capacità, o semplicemente la voglia, di scrivere una recensione fatta come si deve.
Ma, ora, il quesito che mi tiene sveglia la notte è il seguente: perché il mondo della scrittura on- line è pieno di recensioni di tre, o peggio di due, parole, malgrado i regolamenti dei siti chiedano di evitarle?
Con questo non voglio dire che chi legge deve necessariamente avere qualcosa da dire e commentare, semplicemente, se proprio vuoi fare qualcosa FALLO BENE! Se devi recensire, non farlo con il contagocce. Le recensioni non sono sms!!!
"Chi lo avrebbe mai detto che lo sarei diventato anch'io, un autore? Ma forse, in fondo in fondo, quando scrivevo in segreto il mio diario lo speravo."
Tra i commenti al post su Rocca ed i suoi insulti, è scaturita una discussione (molto piccola, visto che poi nessuno ha voluto dire di più) sull'editoria a pagamento.
Attenzione: Ciò che troverete qui sotto è una mia libera interpretazione del fenomeno Casa Editrice A Pagamento. Non sono cose assolute ed immutabili, anzi, ben venga chi riesce a farmi cambiare idea; queste sono solo opinioni del tutto personali.
Riporto ciò che ho detto sulla suddetta e spiegherò il perché di tanta convinzione.
Chi pubblica a pagamento non può essere considerato un autore perché o è stato respinto anche dalle case editrici che adesso pubblicano chiunque o vuole gridare al mondo "Ehi, ho pubblicato anch'io!", solo per darsi importanza. Chi pubblica a pagamento non può essere considerato autore perché non ha avuto la possibilità di percorrere una strada tortuosa per arrivare dove è arrivato. Chi pubblica a pagamento non può essere considerato autore perché non ha talento.
Sono convinta di ciò che ho detto, soprattutto dell'ultima frase. È vero, ormai le case editrici normali pubblicano chiunque (Troisi, Moccia&co. ne sono degli esempi), le case editrici a pagamento, tuttavia, sono ancora peggio delle altre, perché non offrono nulla a chi pubblica con loro, in quanto fanno solo il proprio interesse e vige la regola Più pubblico, più guadagno.
Nella loro logica non è un ragionamento tanto sbagliato, fanno un lavoro sporco – sembra quasi la mafia –, ma lo fanno con stile, anche se pubblicano chiunque mandi loro un manoscritto.
Questo è l'esempio del signor Rocca: persona senza il minimo talento per la scrittura, che si crede un dio solo perché ha pubblicato e l'ha fatto con una casa editrice a pagamento. Tre peccati in una volta sola.
Ma torniamo al mio intervento e analizziamo punto per punto:
Chi pubblica a pagamento non può essere considerato un autore perché o è stato respinto anche dalle case editrici che adesso pubblicano chiunque o vuole gridare al mondo "Ehi, ho pubblicato anch'io!", solo per darsi importanza.
Come ho già affermato, le case editrici ormai pubblicano chiunque e non sarebbe materialmente possibile che qualcuno venga respinto. Nell'eventualità in cui succeda proprio questo, ecco che spunta fuori l'idea della casa editrice a pagamento che ti dà quello che vuoi, come lo vuoi, al prezzo che vuole lei. Tipico esempio di furto legalizzato.
Un autore respinto e che smania di vedere la sua opera in libreria non potrà far altro che sganciare soldi per questo intento, anche se l'opera in questione sarà mille volte più scadente di qualsiasi altra pubblicata da una casa editrice normale.
Il servizio di editing che dovrebbe essere eccellente nelle più grandi case editrici, in quelle a pagamento non c'è, è inesistente, anche se sul contratto che vi fanno firmare c'è scritto che sottopongono l'opera ad editing, non è così. L'opera come la mandate voi, così viene stampata, errori di battitura, di ortografia, tempi verbali scombinati, ecc. rimangono tali e quali.
Attenzione: Ci sono anche case editrici a pagamento più serie e sottopongono il manoscritto ad editing, ma sono talmente rare che un esordiente che non sa un tubo non le scoverà mai, sono ben nascoste. Qui, tuttavia (e per fortuna), non si vuole fare di tutta l'erba un fascio.
Chi pubblica a pagamento non può essere considerato autore perché non ha avuto la possibilità di percorrere una strada tortuosa per arrivare dove è arrivato.
Vero anche questo. La pubblicazione a pagamento non offre la cosiddetta gavetta ad un esordiente, ma offre (scusate la ripetizione) una scorciatoia bella e buona per non ricevere ulteriori rifiuti da coloro che potrebbero avere tra le mani il manoscritto.
È un po' come la ragazza che vuole fare carriera in poco e va a letto con chiunque le garantisca fama e notorietà.
Chi pubblica a pagamento non può essere considerato autore perché non ha talento.
In questo credo fermamente, se uno ha talento ed anche il più deficiente lo capisce, deve essere pubblicato da una casa editrice non a pagamento. È un suo diritto ed è un dovere della casa editrice farlo conoscere al mondo per quello che è: una persona di talento.
Chi pubblica a pagamento, evidentemente, le ha provate tutte e gli hanno sempre detto che non aveva talento. Anche le case editrici non a pagamento possono sbagliare e, visti i "successi" degli ultimi tempi, toppano alla grande.
Nessuno è perfetto.
Ci sono poi le eccezioni. Naturalmente la casa editrice a pagamento è conveniente in alcuni casi:
Buongiorno e benvenuti nella seconda veresione di Controcorrente, blog della sottoscritta e condiviso con Mokonamodoki, Shaya e Dunizel.
La vecchia versione su Splinder esisterà sempre, ma i nuovi articoli verranno scritti e commentati qui. Abbiamo deciso questo cambiamento per rinnovare il blog e ci siamo rese conto che su Splinder non era possibile effettuare le modifiche che interessavano.
Parleremo sempre del mondo della scrittura, amatoriale e non, recensiremo libri e fan fiction (probabilmente i più meritevoli, perché di blog di critica negativa ce ne sono abbastanza), discuteremo molto volentieri con voi su questioni legate alla lingua italiana ed al mondo dei libri, e tanto altro ancora. Vi chiediamo anche di partecipare ai nostri sondaggi, così da sapere come impostare al meglio il nostro lavoro.
Se volete partecipare con noi al blog, avete idee ed argomenti da proporre, potete mandare una mail al solito indirizzo: blogcontrocorrente@gmail.com.
Come detto nel penultimo post su Controcorrente, le iniziative sono state spostate su un nuovo forum, ma presto troveranno spazio qui e potrete aderire direttamente da qui, senza dovervi registrare su qualche forum.
Speriamo di non dover mettere i commenti moderati da subito, quindi vi preghiamo di tenere gli insulti per voi e di avere un atteggiamento maturo. Qualora ci siano commenti che violino le norme di convivenza civile e pacifica, verranno immediatamente cancellati. Come dico sempre: Utente avvisato, mezzo salvato.
Se avete domande potete chiedere e vi sarà risposto, mi sembra di non aver tralasciato niente.
Sperando come sempre nella convivenza pacifica vi saluto e vi auguro buona navigazione.
A presto,Per info e articoli vecchi: Controcorrente
Siamo un gruppo di ragazze stanche di vedere il mondo della scrittura andare a rotoli per colpa di gente che non sa scrivere e, probabilmente, neanche leggere. Sembra che queste persone vadano a scuola solo per scaldare la sedia su cui poggiano il loro bel sederino.
Vuoi collaborare anche tu con articoli, segnalazioni o altro che riguardi il mondo della scrittura e della lettura?
Invia un'e-mail all'indirizzo:
blogcontrocorrente@gmail.com
Stanchi delle solite ciofeche che si trovano in giro al giorno d'oggi? In questo spazio potrete trovare alcuni consigli di lettura interessanti per passare qualche ora in modo piacevole e, perché no, anche con i grandi classici.
• Virginia Woolf, Londra in scena, Narrativa Oscar Mondadori
Quarta di copertina:
A Londra Virginia Woolf è nata; a Londra è vissuta per quasi tutta la vita. Londra è la sua passione: una passione nutrita con lunghissime passeggiate e testimoniata, oltre che nei romanzi, nelle lettere, nei saggi, nel diario, dalle "scene" qui pubblicate, che sono un tributo innamorato, una vera e propria elegia, ironica e appassionata, rivolta alla sua città. Scritte di getto nel giro di pochi giorni nella primavera del 1931 su commissione della rivista americana «Good Houseleeping», esse offrono al lettore sei "istantanee" della capitale britannica all'epoca dell'Impero, dal movimentatissimo porto alla vivace Oxford Street, pienda di negozi e di gente, fino ai quartieri di Chelsea e Hampstead, dove abitavano i poeti Carlyle e Keats, e alla House of Commons a Westminster, per finire con l'immagine di un interno borghese. Sei pezzi d'autore, incantevoli per virtuosismo, quasi musicali nella scrittura, fonte di rara suggestione.
• William Shakespeare, Sogno di una notte di mezz'estate, Oscar Classici Mondadori
Quarta di copertina:
Commedia fantastica, tenebrosa come la notte in cui si snoda la vicenda, il Sogno fonde con liberissima immaginazione mitologica greca e mitologia celtica, leggende cavalleresche e folclore inglese, intrighi d'amore e farsesche rappresentazioni teatrali, intrecciando le vicende di due coppie di innamorati che si perdono e si inseguono in un bosco-labirinto, ingannati dai beffardi incantesimi del re degli spiriti. Il mondo dei mortali ed il mondo degli spiriti si riflettono a specchio, realtà e irrealtà si confondono, e in una esaltazione della potenza dell'immaginazione e della teatralità della vita, le metamorfosi, le incertezze gli smarrimenti, le segrete sofferenze e le esplicite crudeltà si annullano e si riscattano nel lungo "sogno" nel quale si dibattono i personaggi.
Controcorrente ha anche l'indirizzo e-mail, se volete lasciare messaggi o dare nuovi spunti per gli interventi successivi, potete mandarli a