giovedì 18 dicembre 2008

Thoughts on the seashore

Come già detto nel post precedente a questo, il blog si trasferisce ancora una volta e ritorna su Splinder con nuovo nome, nuova admin, nuova veste... insomma nuovo tutto.
Ci saranno come nella migliore tradizione di Controcorrente: news dal mondo della lettura, articoli sulla scrittura, recensioni di libri e tanto altro ancora. Il blog lavora a stretto contatto con un forum di scrittura, StoryTellers, proponendo iniziative, concorsi, ecc. e con la veste nuova non può mancare una novità: vi potrete iscrivere ad un servizio di newsletter per essere sempre aggiornati su ciò che accade su blog e forum.
Non mi resta che salutarvi, spero vogliate continuare a seguire Controcorrente o Thoughts on the seashore, e augurarvi Buone Feste.

A presto,
Sandy


Pensavate che mi fossi dimenticata di darvi i link, vero? E invece no, quindi eccoli qui:
  1. Thoughts on the seashore
  2. StoryTellers
  3. Iscriviti alla nostra newsletter

lunedì 1 dicembre 2008

Trasferimento?

Dopo mesi di silenzio per motivi di studio ho deciso che è il momento di dare una svolta a Controcorrente. Non ho deciso di chiuderlo, non iniziate subito a pensare male, ho solo deciso di cederlo a chi può avere il tempo di occuparsene e, per questo, il nuovo trasferimento su altri spazi (CC ha una vita movimentata ultimamente).
Questa notizia arriva tra capo e collo anche per le altre scrittrici del blog e, lo so, non si fa così, ma non avendo grandi possibilità di collegarmi alla rete, è meglio scrivere questo post pubblico per avvisare tutti coloro che seguivano e seguono il blog (nonostante sia fermo da un bel po').
La decisione è stata maturata nel tempo mentre ero in quel dell'Inghilterra (lo sono ancora, comunque) e non potevo collegarmi a internet per via della mia coinquilina, così in questi giorni finalmente mi sono decisa: il blog verrà ceduto a una persona che ha tutta la mia fiducia e che conosco da un bel po'... anche se non ha mai condiviso la mia passione per le critiche negative (infatti collabora con un blog di critica positiva). Dicevo, questa persona ha tutta la mia fiducia, abbiamo condiviso più di qualche opinione e so che il blog avrà una nuova verve, ma lascio che giudichiate voi quando avrà aperto e i primi post saranno postati.
Ho consentito che la nuova autrice riporti alcuni vecchi post che ho scritto io, soprattutto quelli che ha condiviso.
Appena il nuovo blog sarà pronto, qui verrà inserito un banner e un post che vi rimanderanno alla nuova versione. Spero che non me ne abbiate se ho preso questa decisione, ma era inevitabile, visto che non potevo più seguire il blog (come tante altre cose nel web).

A presto,
Sandy

martedì 16 settembre 2008

La dama e l'unicorno

Autore: Tracy Chevalier
Titolo: La dama e l'unicorno
Collana: I narratori delle tavole
Anno: 2003

Avendo già letto altri romanzi di questa scrittrice, mentre spulciavo il mio garage, ho trovato questo bel librone e ho deciso di leggerlo. Vi chiederete come mai, ma anche no, quindi, andiamo avanti.
Mi immaginavo tutt'altra storia quando ho letto il titolo, anche perché non avevo idea che esistessero questi arazzi qui, ma non sono comunque rimasta delusa. La storia ruota attorno ad un pittore a cui è stato commissionato questo lavoro e a tutte le persone che vengono coinvolte in esso. Si può dire che sia messo in evidenza il punto di vista di ogni personaggio, perché ogni capitolo è dedicato ad ognuno di loro, che racconta in prima persona.

Il pittore in questione, Nicolas de Innocentes, gran donnaiolo, è fissato con gli unicorni, poiché, raccontando le loro storie, riesce ad arrivare esattamente dove vuole, con le donne. È un personaggio realistico, che ha una grande capacità di ottenere tutto ciò che desidera, grazie alla sua buona parlantina e una gran dose di furbizia. Sfortunatamente per lui, ci sono persone anche più furbe, come la moglie del committente, che gli metterà i bastoni tra le ruote, tanto da allontanarlo dalla sua figlia maggiore, Claude, di quattordici anni, innamorata di lui.
Questa faccenda (che fossero innamorati), all'inizio mi ha fatto storcere un po' il naso, dopotutto lei era solo una bambina, però, considerando la vita media del 1490, le idee di quel tempo e l'età in cui si sposavano, Nicolas non doveva essere poi troppo più vecchio di lei.
Questa loro attrazione viene riflessa nei sei arazzi, che saranno un regalo per Claude, in cui viene ritratta la seduzione dell'unicorno da parte della dama. In questi sei arazzi verranno inseriti anche i cinque sensi, e quattro di essi verranno rappresentati dalle donne che hanno colpito particolarmente Nicolas nel corso della realizzazione dei dipinti: Geneviève de Nanterre (madre di Claude), Claude Le Viste, Christine du Sablon (moglie del tessitore a cui verrà commissionato di realizzare gli arazzi de “la dama e l'unicorno”) e sua figlia, Aliénor de la Chapelle, cieca, che rappresenterà quella da cui l'unicorno si lascia sedurre. Ho trovato le varie associazioni delle dame alle scene semplicemente perfette.
Comunque, nonostante il libro si proponga di parlare della realizzazione dei sei arazzi, vengono messi in evidenza i sogni e le speranze di ogni singolo personaggio e anche i problemi della società del tempo, e quelli che i personaggi avevano con essa, ma anche della loro capacità di avere di più di ciò che, all'inizio, sembrava che dovesse spettare loro, come è capitato alla giovane Aliénor.
Mi hanno colpita le descrizioni, specialmente quella dell'aristocrazia e dell'ambiente dei tessitori: dalla cernita della lana e la cucitura dei fili alle tecniche di tessitura, insomma, il grande lavoro che c'è dietro prima di vedere il prodotto finale.

Non mancano, poi, i momenti in cui si può ridere, specialmente durante le parti di Nicolas, che è tutto quadri, osterie e donne. Anche il personaggio di Aliénor è molto particolare: infatti, nonostante le manchi il senso della vista, non è una cosa che le pesa più di tanto, riesce a non farlo notare e ad aiutare i suoi genitori nella bottega, sostituendo il senso del tatto a quello della vista e si mostrerà, in uno strano modo, gelosa di tutte le attenzioni che Nicolas riserva alla Dama del Gusto (che rappresenta Claude). Questi due sono quelli che mi sono piaciuti di più.

In poche parole, io consiglio questo libro perché a me è piaciuto molto; è scorrevole, leggero e non impegnativo. Le descrizioni sembrano trascinarti nelle pagine e i fatti, narrati dai vari personaggi, sembrano molto più realistici, come se fossero cose accadute per davvero.

Comunque, se non vi piace, sapete con chi prendervela. :P

sabato 16 agosto 2008

Grazie mille

Buongiorno a tutti, noto con piacere che avete deciso di farmi – involontariamente – un bel regalo di compleanno, cioè oggi abbiamo toccato le 1000 visite al blog e questo mi fa veramente piacere, sia che siate utenti di passaggio, utenti fissi che tornate, amici, nemici,... insomma ringrazio anche coloro che mi odiano perché ogni volta mi riempiono di visite.

E, come già detto, siccome è il mio compleanno voglio fare un regalo a voi; in questo ultimo anno sto leggendo molta letteratura fantasy e, proprio in questi giorni, sto leggendo un libro veramente interessante, di un'autrice pressoché sconosciuta qui in Italia.
Autore: Cecilia Dart-Thornton
Titolo: La ragazza della torre
Titolo originale: The Ill-Made Mute
Anno: 2008
Casa editrice: TEA
Genere: Fantasy
Pagine: 523
Prezzo: € 10.00
Quarta di copertina: Mentre i Cavalieri della Tempesta atterrano coi loro stalloni alati sulla maestosa Torre di Isse, portando ricchezza e prosperità ai nobili dei Dodici Casati, i servi che lavorano nelle viscere della Torre mitigano la loro fatica quotidiana raccontandosi storie e leggende sugli esseri soprannaturali che popolano le sterminate foreste di Erith, un mondo che nessuno di loro ha mai potuto esplorare. Sembra infatti che laggiù si nascondano innumerevoli creature, animate dall’unico scopo di ingannare e uccidere gli uomini: alcune hanno il potere di cambiare forma – come l’Each Uisge –, altre possiedono una malizia letale – come i druegar, una razza di nani neri dagli occhi di fuoco – e altre ancora sono sottili come giunchi, pallide come la nebbia, delicate come le ninfee… ma determinate ad annegare chiunque risponda al loro richiamo. Ad ascoltare queste storie, nascosta nell’ombra, c’è anche una persona muta, dal volto orrendamente deforme e dal passato misterioso, che i servi superstiziosi evitano e disprezzano. Eppure soltanto lei avrà il coraggio di fuggire dalla schiavitù della Torre e affrontare davvero tutte le creature di cui ha sentito parlare, spinta unicamente dal bruciante desiderio di scoprire se qualcuno può guarirla e svelarle il segreto dei suoi ricordi perduti. Il suo viaggio sarà lungo e difficile, punteggiato da insidie in agguato a ogni svolta della strada e dietro ogni albero, ma di certo la porterà a conoscere l’amicizia e forse addirittura l’amore…
Buona lettura^^

sabato 9 agosto 2008

Compleanno

Ebbene sì, oggi è il primo compleanno di questo blog. Esattamente un anno fa pubblicavo una breve presentazione al blog e perché avessi deciso di aprirlo.
In questo anno ho scritto articoli riguardanti la scrittura amatoriale, i libri e tanto altro; si sono aggiunte poi anche altre altre persone con le mie stesse passioni, dando il loro contributo ad allargare il blog.
Ma ora passiamo a qualcosa di più... interessante.
Siamo in tema di olimpiadi a Pechino e anche noi vogliamo dare il nostro contributo a conoscere un po' di più la Cina e la sua cultura, quindi i libri che vi consiglio sono delle ottime guide per conoscere più a fondo qualcosa che si avvicina sempre di più a noi.
Iniziamo proprio con un libro su Pechino, l'ultimo scritto da Renata Pisu, esperta di cultura, lingua e storia Orientale.
Autore: Renata Pisu
Titolo: Mille anni a Pechino. Sotria e storie di una capitale
Anno: 2008
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Collana: Saggi
Genere: Attualità
Pagine: 253
Prezzo: € 17.00
Quarta di copertina: Città un tempo unica al mondo, Pechino è passata in meno di cento anni dal feudalesimo alla modernità o, addirittura, alla postmodernità, transitando per il comunismo: "raccontare" questa realtà è dunque una questione complicata, che Renata Pisu ha risolto intrecciando storia passata e presente, ricordi personali e una vasta conoscenza della cultura cinese in un resoconto coinvolgente e vivido. Il suo approccio, lontano dalla pedanteria accademica come pure dalle monotone elencazioni da guida turistica, riesce a fondere armoniosamente una riflessione profonda e critica sulle caratteristiche della megalopoli attuale con un interessante percorso a ritroso nei secoli, insieme a vivaci ritratti di personaggi, famosi e non, capaci di incarnare più di altri lo spirito del luogo. La Città Proibita e i nuovissimi grattacieli, i "santini" di Mao, diventato una sorta di venerabile antenato, e l'ex fabbrica-modello trasformata in una Factory delle avanguardie artistiche, il vistoso inurbamento di masse di lavoratori venuti dalle campagne e i pechinesi che sloggiano nelle periferie, le tombe degli imperatori Ming e i pacchiani appartamenti dei nuovi ricchi: l'autrice sa restituire con efficaci, colorite pennellate tutta la complessità e insieme il fascino di una capitale che purtroppo, sottolinea con grande malinconia, tra qualche anno sarà totalmente irriconoscibile.

Restando in tema di cultura e storia Orientale vi consiglio anche un altro libro di Renata Pisu, questo racconta non solo la Cina, bensì tutta l'Asia, proponendo un viaggio fatto dall'autrice e che si sofferma in vari Stati, narrando esperienze e storie diverse. Molto toccanti le parti nelle quali si parla della condizione della donna nei Paesi dove l'Islam la fa da padrone.
Autore: Renata Pisu
Titolo: Oriente Express. Storie dell'Asia
Anno: 2002
Casa editrice: Sperling & Kupfer
Collana: Diritti & Rovesci
Genere: Attualità
Pagine: 243
Prezzo: € 15.00
Quarta di copertina: Nell'Introduzione a questo suo ultimo libro, Renata Pisu dichiara di voler raccontare vicende «di uomini e donne che vivono le loro vite in quello che una volta si chiamava 'il misterioso Oriente', un luogo che la nostra immaginazione di occidentali ha costruito e che perciò, di per sé, non esiste». Ecco perché ha scelto di salire metaforicamente, per il suo viaggio, sull'Orient Express, il treno che un tempo viaggiava da Parigi a Istanbul, il mezzo che collegava l'Occidente a un altro mondo, cui non solo la gente comune, ma anche scrittori, poeti e giornalisti hanno sempre attribuito un fascino «esotico» e sul quale hanno elaborato teorie sociali, raffinate fantasie, visioni culturali che avevano spesso il difetto di partire da «qui», e non da «là». L'autrice non commette certo lo stesso errore: il suo itinerario, che si snoda nel tempo lungo l'ultimo decennio del Ventesimo secolo, è un viaggio di conoscenza, di apparoccio sommesso, non aggressivo, a realtà e popoli assai diversi tra loro, accomunati forse, più che dal fascino e dal mistero, dalla tremenda difficoltà di trovare uno spazio, di non soccombere nel villaggio globale dominato dal pensiero unico. Un pensiero formulato, guarda caso, da noi occidentali. Kuwait, Yemen, Bangladesh, Tibet, Indocina, Malesia, Mongolia, Singapore, Taiwan, Hong Kong o Macao diventano altrettante occasioni per incontrare persone, annotare impressioni, indignarsi di fronte a scempi ambientali e, ancor peggio, a tragedie umane, come nel caso delle donne sfregiate dall'acido in Bangladesh. Ma si trasformano anche, grazie alla penna sensibile di Renata Pisu e al suo occhio di acuta osservatrice, in un racconto appassionante, dove si intrecciano sapientemente la Storia e le storie, la ragione e il sentimento, in pagine che possiedono il raro dono dell'onestà intellettuale e della sincerità.

E siccome non può mancare un accenno alla situazione del Tibet, dove la condizione politico-religiosa è messa a repentaglio proprio dalla Cina, vi suggerisco un libro dell'attuale Dalai Lama, Gyatso Tenzin.
Autore: Dalai Lama
Titolo: Il mio Tibet libero. Un appello di umanità e tolleranza
Anno: 2008
Casa editrice: Apogeo
Collana: Urra
Genere: Attualità
Pagine: 132
Prezzo: € 9.00
Quarta di copertina: Il Dalai Lama, capo di Stato e guida spirituale dei Tibetani, gioca un ruolo decisivo nel conflitto con la Cina. Dal suo punto di vista l'unica soluzione possibile è una coesistenza pacifica e fiduciosa, che non può essere raggiunta con la violenza. Questo libro raccoglie i testi dei discorsi più significativi del Dalai Lama sul conflitto in corso nel Tibet, permettendo di ripercorrere le tappe che nel tempo ne hanno segnato la visione politica. Un compendio importante in un momento in cui su questi temi si giocano fondamentali partite sul piano delle relazioni internazionali, sia economiche sia politiche, tra i Paesi. Un ritorno alle fonti, grazie alle quali il lettore potrà farsi un'idea chiara, senza interpretazioni finalizzate spesso a fin troppo facili strumentalizzazioni, delle posizioni del Dalai Lama sui difficili rapporti sino-tibetani e, più in generale, sulla sua visione del mondo e dei legami tra l'uomo e la sua terra. Alla fine, il Dalai Lama, Premio Nobel per la Pace, propone una profonda meditazione sulla relazione tra buddismo e democrazia, in cui si combina il concetto della responsabilità politica dell'individuo con uno stile di vita spirituale.

Ci sarebbero tantissimi altri libri sulla Cina, il Tibet, la situazione tra i due Stati, la cultura e la storia, ma penso che questi possano dare un'idea generale su quanto accade "dall'altra parte" del Mondo.

Non mi resta che augurarvi buona lettura e buona visione delle olimpiadi.

A presto,
Sandy

sabato 26 luglio 2008

Aggiornamenti vari

Finalmente riesco a riprendere in mano il blog, o meglio riesco a scrivere qualcosa che c'entra con il tema di Controcorrente (non come l'ultimo post pubblicato).
Il titolo di questo post parla chiaro, oggi parleremo di altre novità che riguardano il nostro blog:
  • Collaborazione con il forum Writers Arena, ogni mese troverete un post con i concorsi in corso, quelli appena aperti e quelli in attesa di partecipanti; oltre ai post potrete seguire l'andamento dei concorsi nella nostra colonna di destra e scegliere quello che vi aggrada di più. (Ricordo che per partecipare a qualsiasi contest dovrete presentarvi nel forum, qualora non foste iscritti a forumfree non preoccupatevi, è facile farlo ed assolutamente gratuito)
  • Nei prossimi giorni mi impegnerò a cercare ed a leggere il libro vincitore del nostro sondaggio. Cos'ha vinto? Una mia recensione. Purtroppo non so quanto ci metterò a leggere, spero di fare in fretta, so che siete particolarmente ansiosi di sapere cosa ne pensi e, forse, potreste farvi un'idea della mia opinione qui. (Se volete potete anche soffermarvi un po' più su nella pagina del commento e leggere il primo capitolo del libro, così per farvi un'idea)
  • Nuova affiliazione con un blog, infatti la nostra cara Mokonamodoki ne ha aperto uno nuovo nuovo, dove critica (positivamente o negativamente) film, telefilm e cartoni, per maggiori informazioni potete cliccare qui.
E ora smetto di tediarvi e vi lascio ai vari link inseriti qui e là.

A presto,
Sandy

domenica 20 luglio 2008

Senza parole

Perdonate se oggi scriverò qualcosa che non c'entra niente con il mondo della scrittura e con il tema del blog, ma è una cosa che mi sta piuttosto a cuore e che ho già pubblicato su un altro mio blog (che non ha molta visibilità) e voglio proprio sapere la vostra opinione.
È una cosa accaduta realmente in questi giorni ad un mio amico. (Non farò nomi, spero che il mio amico non si offenda perché ho divulgato questa cosa, ma, davvero, non ne posso più)

Questo mio amico è africano, studia qui in Italia grazie ad una borsa di studio e sono mesi che cerca lavoro. Finalmente qualche settimana fa l'hanno chiamato per un lavoro semplicissimo: spiegare a casalinghe, operai,... insomma a tutti coloro che vanno a fare la spesa, in cosa consisteva una nuova iniziativa. Ci siamo incontrati per puro caso e mi ha detto che era felice di avere, seppure per pochi giorni, questo lavoro. Il giorno dopo l'hanno licenziato con una motivazione che definire ridicola è dire poco: "Non parli bene la nostra lingua".
Nonostante sia straniero capisce e parla molto bene la nostra lingua, l'ha imparata anche abbastanza in fretta, quindi questa non può essere la motivazione reale. Infatti io sospetto da mesi, ormai, che lui e un'altra amica non trovino lavoro perché il loro colore di pelle è quello sbagliato.

Nella nostra società si pensa che ormai il razzismo sia praticamente debellato, invece ti ritrovi sotto il naso esempi così palesi, da persone che magari dicono di essere tolleranti e che accolgono tutti ad occupare i posti di lavoro da loro offerti. Purtroppo non è così. Sembra di essere ancora ai tempi di Hitler, quando gli Ebrei erano esclusi dalla vita sociale e politica perché di altra fede religiosa – e non solo –, quando le persone di colore erano le prime usate sul fronte, magari a combattere contro la loro stessa gente, ecc.

Siamo nel 2008 e non dovrebbero esserci discriminazioni, purtroppo esiste ancora gente che giudica dal colore dalla pelle – lo facevo anch'io perché c'è sempre una specie di paura dello straniero, ma se impari a conoscere anche chi è diverso scopri tante cose e puoi ritrovarti amici sinceri che hanno bisogno di aiuto – e non meravigliamoci se poi gli extra-comunitari sono tutti delinquenti, se non gli diamo la possibilità di realizzare i propri sogni e/o di proseguire gli studi nel nostro Paese, è normale che si diano all'illegalità... lo faremmo (e forse lo abbiamo anche fatto) nei loro o in altri Paesi.

In questi frangenti mi vergogno molto di essere italiana e di far parte di una società nella quale un bravo ragazzo è giudicato dal colore della pelle perché è più facile così, anziché parlare, comunicare ed ascoltare chi abbiamo di fronte.

La mia domanda dunque è questa: che cosa si può fare per questi ragazzi? Non sono entrati illegalmente nel nostro Paese, ma sono ragazzi come noi, vogliono essere messi alla pari con noi, non considerati feccia perché hanno un colore diverso o non parlano bene la nostra lingua; studiano e si impegnano per realizzare dei sogni che nei loro Paesi spesso sono irrealizzabili e studiano anche per tornare nei propri Paesi e lavorare.

Ci sono molti italiani onesti, perché non dovrebbero esserci ragazzi di altre etnie che si impegnano per migliorare le condizioni in cui vivono?